Massimo Marengo, Albasolar: “É fondamentale creare cultura energetica”

Sfide e opportunità del settore dell’energia circolare

Per la seconda edizione consecutiva il Gruppo Marengo è stato tra gli sponsor del festival Circonomia: nei suoi oltre 50 anni di storia l’azienda si è trasformata affiancando alla produzione di impianti elettrici industriali anche lo sviluppo nei settori dell’energia e dell’innovazione tecnologica. Oggi il gruppo è composto da quattro aziende: Albasolar, Albasystem, Emmepi e Aspechome che sono attive nella costruzione e gestione di sistemi e prodotti per la produzione e gestione di energia efficiente e rinnovabile.
In occasione del festival abbiamo posto alcune domande a Massimo Marengo, titolare e CEO di Albasolar sul futuro e le principali sfide nel settore energetico.

Il vostro sostegno al Festival CIRCONOMìA esprime un’attiva partecipazione nelle dinamiche dell’economia circolare. Quali opportunità riconoscete nella circolarità?
Il nostro gruppo si occupa di energia efficiente e rinnovabile e per questo la circolarità è sempre punto focale del nostro mondo. Quando facciamo e implementiamo un progetto di produzione di energia, ragioniamo sempre anche su che fine farà a ciclo di vita completato: infatti, tutti i prodotti che usiamo sono inseriti nel ciclo di smaltimento e recupero RAEE, laddove viene pagata per tutti una pre-tassa di smaltimento e recupero.

Negli ultimi anni ci siamo resi tutti conto dell’importanza strategica del settore dell’energia, quanto è importante riuscire ad avere un approccio circolare in questo settore?
Occorre sempre pensare che il mondo richiede più energia a causa dell’aumento della popolazione e le scelte intraprese nelle varie parti del mondo sono differenti: i paesi più evoluti stanno gradualmente migrando verso energie rinnovabili e nucleare mentre i paesi meno evoluti sono ancora in una fase di consumo di combustibile fossile.
Già è difficile tenere il passo con la richiesta di più energia, ancora di più lo è implementare questa transizione energetica, anche perché vi è molto ostruzionismo alle fonti rinnovabili che vengono viste come fortemente impattanti sul paesaggio.

Come vi approcciate alla sostenibilità come azienda?
L’approccio è multiplo: in primis, in azienda abbiamo sempre più ingegneri giovani, donne e uomini, che possono dare un impulso ai temi dell’innovazione che questo settore energetico richiede.
A seguire, ci concentriamo sulla ricerca e sviluppo, che ci permette di proporre ai clienti soluzioni mediamente più innovative della media del mercato. Questo viene applicato prima di tutto su noi stessi, infatti la nostra sede è permeata di tecnologie green efficienti e rinnovabili… vi invitiamo a visitarla!

Quanto è importante in questo settore investire in nuove tecnologie e in sostenibilità?
È fondamentale e noi lo facciamo sopra ogni cosa, purtroppo il risvolto della medaglia è che l’Italia è un Paese molto tradizionalista e conservatore, poco incline al cambiamento che questo periodo storico richiede. Cerchiamo quindi di avere un approccio positivo facendo sempre cultura energetica, ovvero informando sull’importanza dell’energia rinnovabile e come sfruttarla per essere più efficaci ed efficienti con le risorse che abbiamo a disposizione.

Qual è la principale sfida che la sostenibilità e la circolarità pongono al fotovoltaico? Come pensate di affrontarla?
Come detto prima, la sfida è soprattutto culturale e ideologica. Io sono pragmatico e realista, non per nulla faccio l’imprenditore, il mondo dell’energia e in particolar modo quella rinnovabile invece è molto idealizzato e ideologico, bisogna per questo impegnarsi a far capire che occorre spesso fare compromessi che coniughino il raggiungimento di obbiettivi di sostenibilità e circolarità con quelli economici e di pragmaticità.

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